mercoledì 27 giugno 2012

Come dipingere il tetto di una casetta

Una volta che le tegole di cartoncino sono state incollate sulla base del tetto, prima di eseguire la colorazione vera e propria, sono solito stendere a pennello una mano di acqua e colla vinilica sopra le stesse al fine di irrobustire il cartoncino nel tempo e rendere la superficie meno avida di colore. Questo perché la colla, una volta asciugata, riduce l’assorbimento di almeno un 40% di colore, effettuando così anche un po’ di risparmio sulle vernici.

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I colori utilizzati sono gli smalti della Humbrol e il loro diluente specifico.

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I colori sono scelti senza una reale predilezione di uno rispetto all’altro, sono tutti miscelati tra di loro a “zone” con un’unica vera avvertenza, ovvero diluirli molto con il diluente apposito della Humbrol. I colori che si andranno a stendere dovranno sembrare quasi più acquarelli che non vernici coprenti da modellismo.

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Il risultato varierà a seconda di come si sarà steso il colore nonché la preferenza di un colore rispetto agli altri. Non necessariamente si è obbligati ad aspettare l’asciugatura completa del colore, si può anche passare alla fase successiva della coloritura singola delle tegole.

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Il colori saranno gli stessi di quelli usati per la campitura di base, ma questa volta appena diluiti per agevolare così la pennellata.

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Sono solito partire da un colore arancio, spennellando qua e là quante tegole si vogliono.

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Si passerà poi a un arancio molto più carico di rosso, il procedimento “a caso” non cambia. 



Questa volta si virerà su di un marrone partendo dall’arancio rossiccio rimasto precedentemente, fino ad ottenere il risultato finale. 



Ecco come appare il tetto finito


E infine, la sequenza dal colore di base (casa a destra) a quella finale (casa a sinistra).


Tutti gli utensili e i prodotti utilizzati per questa realizzazione sono in vendita presso 

martedì 19 giugno 2012

Come personalizzare una locomotiva in un treno cantiere (seconda parte)

L’imperiale subirà due procedimenti di verniciatura, in giallo la parte sottostante e in grigio metallizzato la parte superiore.

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Il passo successivo, una volta appurato il perfetto essicamento del colore giallo,  sarà quello di mascherare tutti i lati del locomotore affinché si possa realizzare  successivamente il filetto in colore celeste. Questa operazione di per sé non è difficile ma il risultato della riuscita della livrea di questo mezzo dipenderà unicamente dalla la precisione che si sarà impiegata nella stesura del nastro da carrozziere. Il tempo speso a riposizionare il nastro, anche più volte, sarà ripagato sicuramente una volta che si andrà a togliere la mascheratura.

Il nastro utilizzato è un Tamiya, le misure impiegate sono sia il 6mm che il 10mm. Il colore per la filettatura anche questa volta è un Tamiya X14 ma già corretto in partenza con due gocce di bianco opaco XF2, per il procedimento di verniciatura vale esattamente la tecnica impiegata per stendere il giallo.

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Ecco come si presenta il modello una volta terminata la verniciatura. 

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Per effettuare la banda rossa bordo macchina è necessario rimuovere i carrelli, sia per poter effettuare un lavoro più preciso ma anche perché questi ultimi saranno oggetto di una fase di riverniciatura e leggero invecchiamento a parte. Si procede quindi a una nuova mascheratura utilizzando sempre del nastro Tamiya e del consueto Patafix UHU per le zone più difficili, tipo bordi, cavità e angoli. 

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Una mano di Primer bianco della Tamiya è d’obbligo anche per ottenere un rosso più chiaro quando lo si andrà a stendere con l’aerografo. 

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Lo stesso procedimento si dovrà seguire anche per i predellini laterali.

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Volendo, se si ha voglia e mano ferma, è possibile ripassare con un pennellino i bordi (ma solo quelli) delle scalette per i lati di ingresso cabina. Una civetteria di grande effetto è ripassare, sempre con il medesimo rosso, anche tutti i tientibene (corrimano) sopra i praticabili della locomotiva.

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Siamo ormai giunti alle fasi finali della verniciatura vera e propria, mancano solo da posizionale le decalcomanie riguardanti  il logo e la ragione sociale, prima però si effettuano delle prove realizzate su foglio ottenute con una normale stampante anziché su decal vera e propria. 

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Tutti gli utensili e i prodotti utilizzati per questa realizzazione sono in vendita presso 

venerdì 8 giugno 2012

Come personalizzare una locomotiva in un treno cantiere (prima parte)

Sicuramente sarà accaduto anche ai più puristi del fermodellismo di avere una locomotiva in una versione poco “importante” (ovviamente già nella collezione da diverso tempo) e di trovarsi a un bivio: aspettare che questa sia riproposta in qualche versione più accattivante che si aspettava da tempo (a volte aspettando davvero tempi biblici!) oppure, per sfizio o per divertimento farsela da sé.
Optando per la seconda scelta, non senza timore di metter mano a qualcosa che comunque non ha certo uno costo da kit di soldatini, mi avvio a questa nuova esperienza.

L’importante è, come sempre, se non si vuole incorrere in errori difficilmente rimediabili, documentarsi quanto più è possibile. Internet, nemmeno a dirlo, è un ottimo veicolo di ricerca.

< src = "54d1.jpg" alt = " Locomotiva diesel tratta da www.tramtreniealtro.com " / >
Immagine tratta da http://www.tramtreniealtro.com/
Oppure, se si vuole si può anche andare di fantasia, ognuno resterà sempre il giudice dei propri lavori.

Il mezzo in questione è una locomotiva diesel delle Ferrovie Tedesche riadattata per il servizio in Italia per i cosiddetti “treni cantiere” di società terze. Il modello è un ottimo Roco V100 delle DB che nonostante abbia i suoi anni sulle spalle è sempre splendido, sia di dettagli che di funzionamento.

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Per prima cosa si procede allo smontaggio della carrozzeria. L’operazione non richiede troppe difficoltà in quanto la ditta austriaca è famosa per non usare mai i collanti sui suoi mezzi, questo faciliterà non poco nel caso in cui si voglia fare un lavoro “a tappeto” di riverniciatura come nel nostro caso.

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Dopo aver accuratamente sgrassato con acqua, sapone e l’aiuto di un vecchio spazzolino da denti la carrozzeria, si procede a tappare con del Patafix i fori dei fari affinché la vernice che si andrà a dare in seguito non faccia spessore quando si andrà a ricollocare la plastica trasparenti dei fari.

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Le serigrafie dei loghi di appartenenza ai lati della cabina sono state rimosse con l’ausilio di carta vetrata finissima da 30 micron immersa nell’acqua. Si fa questo per togliere lo spessore che, in caso di riverniciatura su colore base, si vedrebbe.

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Essendo il giallo un colore di per sé poco coprente, sarà di fatto obbligatorio stendere una mano di Primer bianco della Tamiya sulle plastiche prima della verniciatura. Questo perché il colore che si andrà a dare risulti il più neutro possibile senza possibilità alcuna di intravedere il colore di origine sottostante. 

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Si lascia riposare un giorno affinché il colore di fondo sia completamente asciutto. Il passo successivo sarà la colorazione vera e propria. Il colore di base è il giallo opaco Tamiya XF3 più due gocce di rosso lucido Tamiya X7: il colore ottenuto risulterà un giallo carico tendente all’arancione. Un’avvertenza che andrò di seguito a spiegare, è che bisognerà fare più colore di quanto non ne occorra. Una volta stesa omogeneamente la prima mano del colore di base, a vernice ancora non completamente asciutta, si schiarisce il restante colore rimasto con gocce di bianco opaco Tamiya XF2. Via a via che si aggiungerà bianco al giallo (gocce, mi raccomando!), minori saranno le zone piatte da spruzzare in modo da ottenere le ombre - ossia i residui di colore arancione dato di base precedentemente - sui bordi, sugli spigoli e sulle rientranze della plastica.

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Tutti gli utensili e i prodotti utilizzati per questa realizzazione sono in vendita presso